CORSO BASICO DI “SURF CASTING” AGONISTICO
CORSO BASICO DI “SURF CASTING” AGONISTICO, CON GIUSEPPE RICCIOLO – UCCIALÌ FISHING TEAM
Si è concluso brillantemente a Le Castella di Isola Capo Rizzuto (KR), il corso basico di Surf Casting Agonistico (la disciplina FIPSAS chiamata anche Shore Angling dalla federazione internazionale CIPS / FIPS-M), tenuto da Giuseppe Ricciolo, corrispondente della prestigiosa rivista leader di settore SURFCASTING, ed esperto di agonismo, nonché presidente della società sportiva Martin Pescatore Fishing Team di Taranto, ed organizzato dalla Uccialì Fishing Team.
Lo stage davvero intenso, rientrante nelle attività didattiche annuali del Team calabrese, programmato appositamente al termine della stagione agonistica 2015, è durato due giorni, vedendo impegnati quindici corsisti tutti appartenenti alla Ucciali’ F.T..
Il direttore del corso ha iniziato la prima sessione, con un modulo conoscitivo delle abitudini dei ragazzi, in relazione all’approccio di ciascun corsista ad una gara di pesca sportiva. In questo frangente infatti si è discusso anche della predisposizione mentale alle primarie attività preparatorie, finalizzate alla comprensione degli elementi basici, costituenti i punti fissi di una giusta impostazione competitiva.
Sulla base di quanto esposto da ciascun corsista, Giuseppe Ricciolo si è soffermato sull’azione preparatoria della postazione di gara, elemento primario e fondamentale per la buona riuscita della stessa, elencando una serie di soluzioni pratiche, atte a velocizzare ed ottimizzare l’azione di pesca, “pulendola” da azioni talvolta superflue e che spesso accorciano il tempo dedicato all’attività di pesca vera e propria.
Successivamente quindi ci si è soffermati su alcune soluzioni pratiche per migliorare l’impostazione fisica in gara, sulla scorta della varie esigenze che di volta in volta, possono essere necessarie. In particolare Giuseppe Ricciolo ha mostrato alternative differenti dalle classiche attrezzature in commercio, utilizzabili ed alternabili sia in base alle condizioni meteo che al tipo di spiaggia su cui ci si viene a trovare (ciotolosa, sabbiosa, in presenza di alghe morte od ostacoli ecc.), cercando di riuscire a concentrare in pochi metri quadri, tutto l’essenziale alla gara. Partendo poi dall’aspetto “sicurezza” relativo alle attività di lancio, ha affrontato la tematica, proponendo spiegazioni su come alternare le varie tipologie consentite nelle competizioni (Above Cast, Side Cast e Ground Cast), anche dal punto di vista strategico, allo scopo di accorciare la “corsa a vuoto” nella ricerca delle prede da catturare. Infine il primo giorno si è concluso con l’analisi e la valutazione “soggettiva” delle attrezzature che ciascun agonista deve fare, così da entrare in perfetta sintonia con esse, (siano essi mulinelli o canne da pesca), e facendole calzare con un guanto alla propria persona, finanche in base anche alla propria fisicità ed altezza, elementi questi spesso sottovalutati, ma che invece devono creare quell’armonia, tale da consentire il risultato positivo.
Il secondo giorno poi, dopo una premessa relativa alla sistemazione ed organizzazione del “cassone” porta attrezzatura di ciascun garista, è stato dedicato esclusivamente all’attività pratica, che ha visto gli entusiasti corsisti, avvicendarsi nelle varie esercitazioni di realizzazione dei c.d. terminali da pesca agonistica, costituiti da travi e braccioli, realizzati nel rispetto delle normative federali per le competizioni e predisposti in varie serie, asseconda della situazione ambientale o della preda che si desidera insidiare.
Dopo un’infarinatura riguardante l’uso e la scelta dello shock leader, si è impostata la prima fase sulla apprendimento delle tipologie di terminali per la lunga distanza, ovvero quelli con travi dal diametro di filo più importante o comunque tali sopportare lo stress dello shock legato ad un lancio potente con zavorra oltre i 125 gr.. Nello specifico sono stati analizzati, nella soluzione legata al miglior modo di presentazione dell’esca, elemento questo importantissimo per la riuscita dell’azione di pesca, a certe distanze e con un forte stress causato dal lancio.
In seguito poi si è arrivati a realizzare ed a studiare, quelli utilizzabili sulla media e corta distanza, approfondendo in modo particolare questi ultimi, poiché le soluzioni possibili per questo tipo di terminale, sono innumerevoli. Le prove comunque sono state fatte su travi costruiti per la quasi totalità con “stopper” in vetro incollati con colla cianoacrilica, dovendo avere per lo più una caratteristica di invisibilità e c.d. pulizia soprattutto diurna, alternando le loro distanze e variando il tipo di aggancio del bracciolo. Quest’ultima caratteristica (ovvero quella delle diversità dei braccioli di un terminale), ha affascinato i presenti, che li ha visti cimentare con fili costruiti in diversi materiali (fuorocabon, fuorine ecc..), diversi diametri, varie colorazioni, con differenti resistenze ai vari stress e proprietà, fino ad arrivare alle loro capacità di galleggiabilità o affondabilità, con lo scopo di riuscire a scegliere la migliore soluzione in base all’esigenza in gara. Difatti proprio l’esame delle modalità di aggancio dei braccioli al trave, ha concluso questo aspetto didattico, con l’analisi delle varie soluzioni ad aggancio rapido, con girella, con l’ausilio delle tecno sfera, fino ad arrivare ai vari nodi diretti.
Nella seconda parte della giornata poi, si è passato alla selezione delle varie tipologie di amo da utilizzare, in base alle esche consentite in gara, ed alla specie di preda che si desidera insidiare. In stretto collegamento a tale argomento infine si è esaminato l’utilizzo delle soluzioni da apporre sul bracciolo, asseconda della strategia che si sceglie di adottare, variando da quelle più comunemente usate, ovvero quelle galleggianti di varia forma e sostanza, per passare a quelle affondanti tenendo presente sempre la loro colorazione asseconda del loro impiego, concludendo con quelle foto luminescenti, da utilizzare in notturna. Infine con la distinzione delle varie tipologie delle zavorre, suddivise in base alle esigenze di tenuta o aerodinamicità, nonché in base al loro effetto sul fondale, ha avuto termine l’aspetto didattico della seconda giornata.
Il corso davvero appassionante, si è concluso con il test in spiaggia di alcune canne da pesca della Surfitaly e con la consegna di simpatici attestati ricordo ai vari partecipanti della Uccialì Fishing Team, durante la quale Giuseppe Ricciolo, ha ribadito concetti a lui cari legati, al sano spirito competitivo ma anche al far play, che deve accompagnare ogni sportivo, ma soprattutto ogni pescatore agonista, avendo questi, anche il compito di mantenere un profondo rispetto per l’ambiente in cui gareggia.